
CHI AVUTO DANNI AL VEICOLO PUO’ ACCEDERE ALLE TELECAMERE COMUNALI (CON RISERVE SULLA PRIVACY DI TERZI)
6 Maggio 2023
Autorizzazione trasporto stradale internazionale per l’anno 2023 e Numerazioni delle autorizzazioni bilaterali
11 Maggio 2023NOTA UFFICIALE DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANVU
Pregiatissimi,
Faccio mia una “profonda e ben circostanziata riflessione” che da giorni sta’ girando sul web, poiché la ritengo completa ed esaustiva rispetto allo stato generale di malessere e di sofferenza che da tantissimo tempo affligge tutti coloro che indossano una divisa, e con ciò intendo sia le Forze di Polizia ad ordinamento Statale sia le Forze di Polizia a ordinamento locale e scrivo dopo i gravissimi fatti occorsi a Fara nel Vicentino, che hanno visto il collega della Polizia Locale Alex Frusti rimanere gravemente ferito da un arma da fuoco sottratta da un cittadino straniero ad un carabiniere, fatti ampiamente riportati dalle cronache e certamente a Voi noti.
Quella che è apparsa sul social è una profonda riflessione che rispecchia lo stato d’animo degli uomini e delle donne che indossano qualunque tipo di divisa, ma soprattutto di quelli che indossano quella della polizia locale poiché da troppo tempo, questa categoria di lavoratori, chiamata a garantire il rispetto delle leggi e la sicurezza delle loro comunità, subisce forti discriminazioni operate dagli organi istituzionali ovvero da coloro che invece dovrebbero garantire loro gli stessi diritti e le stesse tutele; inadempienze che la stessa Unione Europea ha da tempo evidenziato al legislatore italiano invitandolo a eliminare questa grave disparità.
DAL WEB (parziale trascrizione)
Qualcuno sdegnosamente si domanda come sia possibile che a Vicenza un Carabiniere si sia fatto sottrarre la pistola da un uomo in stato di alterazione psichica, poi usata per ferire un agente della Polizia Locale che non ha perso la vita solo per pura fortuna
Eh già, come è possibile?
Qui da noi, non solo nelle metropoli – i fatti sono accaduti in un comune di 3.500 residenti, le forze dell’ordine per sopravvivere devono usare tecniche di intervento operativo diverse, meno fisiche e più… metafisiche, quasi trascendentali.
Luoghi dove le due uniche forze presenti sono i Carabinieri e le Polizie Locali. Dove ci si dà una mano, dove in strada siamo fratelli non colleghi
Devono essere capaci di immobilizzare ma senza toccare, contenere senza pressare, bloccare senza urtare, intimare senza urlare, allontanare senza spingere… tutto con il potere della mente, con l’arte del dialogo.
Insomma, qui si contrasta il crimine filosofeggiando, ammaliando l’avversario, a volte ricorrendo all’ipnosi.
Ed è normale che usando tali accortezze, non ricambiate da delinquenti sempre più esagitati e poco propensi al dialogo, possa capitare quanto accaduto.
Ma paradossalmente gli agenti temono più le conseguenze penali, disciplinari e le gogne mediatiche, che pallottole e coltellate, perché almeno quelle se le beccano loro e non sono anche le loro famiglie a soffrirne.
E così le nostre forze dell’ordine (forze di polizia ad ordinamento statale e ad ordinamento locale) quando si lanciano in un intervento lo fanno con i piedi di piombo. E non potrebbe essere altrimenti! Perché l’abuso di potere è dietro l’angolo, il reato di tortura bussa alle spalle, il superiore pronto alla fuga o alla critica, il solerte cittadino ha già spianato il cellulare e certi giornalisti sorvolano l’area come un avvoltoio.
D’altronde è questa la polizia che hanno voluto, così l’hanno trasformata nel corso degli anni. Tutto è stato studiato e ponderato.
E malgrado tutto è una polizia che fa miracoli.
Certo, non sempre ci riesce, anche perché il numero di clandestini fuori di testa, amorevolmente accolti e abbandonati, è ormai incontrollato. Non ci riesce perché le strade sono sempre più impazzite e il caos è ingestibile. Non ci riesce perché la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica degenera ogni giorno di più.
Telecamere autovelox… e gli uomini? Quelli con il cuore di servire la propria comunità? Che se vedono un collega in difficoltà si tuffano nel problema dove sono? Guardiamo il risultato dei concorsi – di quanti sono i giovani che vogliono fare questa professione, pochi sempre meno…
Ma anche questo è stato voluto, studiato e ponderato.
Forse tutto ciò però ci può aiutare e può aiutare il Governo a vedere oltre e comprendere che abbiamo bisogno di una riforma semplice, nulla di trascendentale ma attuale per chi come il collega ha quasi lasciato la vita su una striscia di asfalto”.
Una sequenza di parole che evidenziano la forte necessità di un intervento immediato da parte del legislatore nazionale, che cerchi di porre fine a situazioni sempre più di difficile risoluzione.
Alex Frusti potrebbe essere ciascuno di noi, e ancora non sappiamo quali saranno le conseguenze che deriveranno dalle ferite da arma da fuoco da lui riportate, ma sappiamo che dobbiamo stargli tutti vicino e aiutalo affinché possa avere le stesse garanzie che già preservano le altre forze di polizia.
Non debbono più esserci discriminazioni che non riconoscano alle polizie locali tutele e diritti che oggi competono solo ai colleghi dello Stato.
La polizia locale, una categoria di lavoratori che ad oggi conta numerose vittime del dovere, colleghi feriti e deceduti a causa del loro servizio, per servire la Nazione e garantire la sicurezza dei cittadini, quella stessa Nazione che invece a tutt’oggi pur pretendendone il coinvolgimento continua da decenni ad ignorarla.
È giunto il tempo di decidere e di approvare una buona legge per la polizia locale, siamo stanchi di essere illusi e poi traditi, coinvolti e non tutelati, diversamente venga “sciolta la polizia locale” e affidati tutti i suoi compiti alle altre forze di polizia.
Ma quali peccati ha commesso questa categoria di lavoratori? Perché si continua a non ascoltarla a non voler capire? A coinvolgerla senza riconoscerla? A calpestare i suoi diritti? A non volerla tutelare? A tentare di lasciarla in ombra anche quando pone in essere interventi importanti a tutela e garanzia delle comunità e del bene comune?
Abbiamo rischiato di avere un’altra “vittima del dovere” un collega di cui piangere la scomparsa, un’altra famiglia distrutta dal dolore poi abbandonata.
Fortunatamente non è stato né così sarà.
Il nostro eroe “ALEX FRUSTI”, ora colpito da tre proiettili d’arma da fuoco, collega della polizia locale del Consorzio Nordest Vicentino non è la prima volta che interviene in contesti difficili portando lustro al corpo cui appartiene.
Il collega è intervenuto per la sicurezza dei cittadini e in ausilio al personale dell’Arma dei carabinieri, in una situazione di imminente e indiscusso pericolo, poiché ad un carabiniere era stata sottratta la pistola d’ordinanza utilizzata a ripetizione da un cittadino straniero che aveva messo a rischio la pubblica incolumità, ponendo in serio pericolo la comunità.
Cosa avrebbe dovuto fare Alex Frusti? Allontanarsi immediatamente lasciando i colleghi e i cittadini presenti in una situazione di grave rischio per la vita stessa oppure intervenire come in effetti ha fatto? Sfido tutti coloro che si permettono di giudicare, criticare, proporre soluzioni alternative di trovarsi in quella situazione per vedere quali azioni o omissioni avrebbero posto in essere.
Tante parole, tanti pensieri ma anche tante paure che sono dentro ciascun operatore, qualsiasi divisa indossi a qualunque organizzazione appartenga, ma la polizia locale è certamente la forza di polizia a pagare il prezzo più alto, ad avere l’obbligo giuridico di intervenire, ad agire consapevole pur conscia di tutte le gravi discriminazioni perpetrate ai suoi danni, alla ingiusta disparità di trattamento in materia di diritti e di tutele.
Nonostante ciò il collega Alex Frusti, come tanti altri colleghi della polizia locale, è intervenuto e lo ha fatto non solo a rischio della sua vita, ma anche di essere criticato, giudicato, accusato per una azione che merita invece grande riconoscenza dallo stesso Stato.
Anvu più volte è intervenuta a difesa della categoria in occasioni anche tragiche, più volte Vi ha scritto inviandovi proposte normative di veloce e rapida applicazione come nell’ultima nota inviatavi dove si chiede di procedere alla riforma della legislazione sulla polizia locale intervenendo semplicemente apportando le modifiche alla legge n. 65 del 1986, così come dal quadro sinottico che vi è stato inviato.
Anvu teme che procedere adottando un nuovo testo di legge comporti come in passato un “nulla di fatto” o, peggio, l’approvazione di una legge che danneggi oltremodo le condizioni della categoria”.
L’ANVU resta comunque a Vostra disposizione qualunque sia il percorso normativo che intenderete percorrere, affinché possa esservi di aiuto per dare alla categoria ciò che essa da decenni inutilmente Vi chiede.
Carissimi, Alex Frusti è tutti noi e noi siamo tutti con lui. ANVU c’è e ci sarà sempre per la Polizia Locale d’Italia.
È ORA DI PASSARE VERAMENTE DALLE PAROLE AI FATTI SE ABBIAMO A CUORE LA SICUREZZA DEI NOSTRI CITTADINI.
IL Presidente Nazionale ANVU – SILVANA PACI