Una sagoma può sostituire un agente della Polizia Locale in carne ed ossa? Un cartonato è in grado di svolgere un’attività di prevenzione, sicurezza e repressione di eventuali comportamenti illeciti? Queste le domande alle quali si è cercato di rispondere durante la trasmissione televisiva “Mattino 5 News”, andata in onda nella mattinata di lunedì 2 maggio. Una tematica importante, che avrebbe dovuto essere affrontata con la massima serietà e professionalità: caratteristiche che da sempre contraddistinguono il talk show in questione. Invece non si è fatto altro che ridicolizzare, svalutare, offendere il corpo della Polizia Locale. Affermare che una sagoma possa sostituire la figura dell’agente significa affermare che i compiti svolti da quest’ultimo possono essere svolti anche da un oggetto inanimato, da uno strumento che non possiede le facoltà mentali, la razionalità, la sensibilità, l’empatia, la lucidità, che sono la condizione necessaria per svolgere un ruolo alquanto complesso. Essere un agente della Polizia Locale significa vigilare, giorno e notte, sotto il sole e sotto la pioggia, il territorio, per la tutela dei cittadini che lo vivono. Essere un agente della Polizia Locale significa esporsi a numerosi rischi che ogni giorno mettono a dura prova chiunque li affronti. Essere un agente della Polizia Locale significa essere sempre a disposizione per qualsiasi necessità, essere pronti per intervenire direttamente sul posto. Essere un agente della Polizia Locale significa svolgere le funzioni di accertamento e di repressione degli eventuali comportamenti illeciti, vigilare sul regolare svolgimento dei servizi e sul rispetto dei codici della strada. Essere un agente della Polizia Locale significa improvvisarsi talvolta vigile del fuoco, talvolta medico, talvolta psicologo. Non si fa l’agente della Polizia Locale, ma lo si è: non è un lavoro da compiere ma è un vero e proprio stato d’essere. È una vocazione. Per questi motivi non si può pretendere di sostituire la figura dell’agente con un cartonato inanimato. L’utilizzo di tali sagome, adottato da alcuni Comuni e preso in considerazione da molti altri, è assolutamente deleterio e nocivo per l’immagine delle forze dell’ordine e, in particolare, del comando della Polizia Locale. Pertanto, come Anvu-Associazione Professionale Polizia Locale Italiana, riteniamo inopportuno quello che è stato definito “escamotage”, o una “valida alternativa”. E riteniamo che le modalità attraverso le quali è stato affrontato l’argomento, oggetto di dibattito durante la trasmissione “Mattino 5 news”, sono prive di ogni logica e serietà. Il giornalista e conduttore Francesco Vecchi ha posto ai propri ospiti, appartenenti al sindacato della Polizia Locale, domande atte a ridicolizzare il ruolo del corpo. Ha numerose volte definito, anche mediante il titolo del dibattito, la figura dell’agente come “vigile”, ignorando che tale termine è ormai in disuso e appartenente ad un periodo storico in cui la figura professionale era totalmente diversa da quella odierna. Chiediamo un confronto televisivo nella medesima trasmissione, in cui viene data a noi di Anvu la possibilità di sottolineare questi concetti elementari, ribadendo la nostra delusione tanto per la scelta politica di alcuni Comuni quanto per le affermazioni fatte durante la diretta di lunedì 2 maggio.
IL PRESIDENTE NAZIONALE SILVANA PACI